Disinfestazione nidi di processionaria

Disinfestazione nidi di processionaria

Perché trattare i nidi di Processionaria vuoti?

Maggio è il termine ultimo per trovare larve di processionaria all’interno dei nidi ancora indaffarate ad alimentarsi con gli aghi del pino ospite. Spesso durante la primavera le larve escono nelle ore calde in cerca di nuovi rami su cui fare nuovi nidi, ovvero i nidi secondari. Ormai privi di fonti alimentari i nidi primari fungono soltanto da riparo durante la notte. Ma le larve durante i mesi invernali si sono ingrossate ed ora hanno la possibilità di tessere nuovi nidi, che fino al giorno della migrazione saranno nuova fonte di approvvigionamento e riparo. Questo è il motivo per cui quei pochi nidi che si intravedono ad ottobre sulle chiome dei verdi pini, triplicano il loro numero e la loro dimensione durante la stagione primaverile. Intervenire in tali condizioni è molto complesso e i nidi secondari sono più difficilmente raggiungibili. In primavera le superfici esposte alla luce solare si moltiplicano , è così anche le opportunità per costruire una nuova casa

La stagione migratoria

Durante le calde giornate primaverili, quando lo stadio larvale ha terminato il suo processo e raggiunto la sua maturità, le processionaria comincia la sua migrazione verso il luogo adatto ove interrarsi per divenire pupa. Proprio grazie alla nostra esperienza, Fitobiotech offre la possibilità di intervenire anche in stagione inoltrata direttamente sui nidi a terra, prima che le larve divengano pupe e le pupe falene. Abbiamo imparato a leggere le tracce sul terreno e per questo, almeno una parte delle colonie, riusciamo ad eliminarla riducendo il rischio per l’anno a venire.

Un caso reale

Disinfestazione Processionaria con drone

Nell’immagine accanto uno scorcio del Parco Sospeso in cui abbiamo eseguito un intervento di lotta ai nidi di processionaria. Vicino al parco l’area comunale è spesso frequentata da persone e animali, in particolare cani. Ad aprile/maggio, abbiamo monitorato le possibili zone verso le quali avrebbero potuto migrare le larve, e proprio lì abbiamo individuato alcune colonie migratorie alla ricerca di una nuova casa ove avrebbe avuto luogo l’ultima muta larvale. Prima in fila poi raggomitolate, intente a scavare nel terreno. Questi sono i luoghi in cui spesso il cane scava e infila il naso. Si deve intervenire con precisione e con le modalità corrette, tenendo ben presente 2 fattori: la capacità delle processionarie di sfuggire creandosi nuovi varchi e soprattutto la possibilità di causare danni sanitari anche post mortem. Acqua, fuoco, insetticidi vari non sono sufficienti. Serve qualcosa di più che la nostra azienda può offrirvi.

I nidi vuoti sono pericolosi?

Ebbene sì. I nidi rimasti sugli alberi sono ancora colmi di materiale biologico e seta urticante. Un trattamento fitosanitario per iniezione direttamente all’interno del nido è il sistema più sicuro ed ecosostenibile per mettere in sicurezza i luoghi infestati. Ogni movimento dell’albero, ogni operazione di rimozione, incenerimento, annegamento, causa con certezza la diffusione della seta. Il disagio di un’eruzione cutanea, di un’infiammazione oculare, mal di gola, e nei soggetti più a rischio difficoltà respiratorie, asma fino, nei casi peggiori, shock anafilattico. Il pericolo è in agguato anche e soprattutto per il cane.

Una brutta esperienza di un amico a quattro zampe

Un cliente ci ha chiamato per un intervento di lotta alla processionaria. L’anno precedente aveva fatto rimuovere i nidi manualmente e li aveva fatti bruciare non distanti dall’albero. Sembrava un’operazione riuscita: l’albero potato ritrovava la sua vitalità, le processionarie erano carbonizzate nel terriccio del campo vicino. Ma l’odore di larve bruciate attirò il suo cane che, scavando e fiutando tra le ceneri, fu contaminato dalla seta urticante. Una perfetta arma di difesa che resiste alle alte temperature come alle basse. Fu così che per ben 2 settimane al nostro amico a quattro zampe furono iniettati medicinali ed antistaminici affinché non incancrenissero lingua e naso. La storia fortunatamente ebbe lieto fine, ma è prova di una inconfutabile verità: ciò che oggi si fa per debellare la Processionaria del Pino non è sufficiente!